La compagnia Libera Manifattura Teatrale vuole fare teatro a 360 gradi, senza preclusioni e senza fossilizzarsi in generi specifici. Si tenta di fare TEATRO scritto in maiuscolo, il riuscirci un altro discorso...
Perché chiamare una compagnia Libera Manifattura Teatrale? Le parole Nuova e Teatrale si commentano da sole, forse Manifattura è un termine un pò oscuro. Vediamo cosa dice il vocabolario: l’insieme delle operazioni che trasformano le materie prime in prodotti di consumo, in manufatti; l’oggetto come risulta dopo tale lavoro; il locale, il luogo in cui si eseguono questi lavori; anche, l’azienda che li esegue.
Quindi la manifattura è il procedimento per creare qualcosa, ma è anche il risultato finale di tale lavorazione, ma anche il luogo dove tutto ciò avviene. Il teatro non è un oggetto, un prodotto, ma il frutto di scelte, di immaginazione, di un lavoro paziente e certosino e il risultato finale è la rappresentazione unica che avviene in una serata, e che quando si replicherà non sarà mai uguale a quella precedente. Quindi abbiamo una "LIBERA", perché nasce senza condizionamenti, perché potrà scegliere qualunque genere teatrale, "MANIFATTURA", perché ci sarà un processo creativo ed un prodotto finito da offrire al pubblico, e "TEATRALE", perché di teatro a 360 gradi stiamo parlando.
L'idea del gruppo è dell'attore/regista Orazio Picella che dopo più di vent'anni di militanza nella compagnia L'Eclettica ha sentito la necessità di incamminarsi su un nuovo percorso che non vuole rinnegare quanto di buono fatto in questi anni, ma che é la logica evoluzione di un cammino teatrale iniziato tanti anni fa.
Alla nuova impresa prendono parte alcuni nomi storici della compagnia L'Eclettica : Simona Pisani e Dino D'Alessandro e una new entry: Jenny Brascio ormai pienamente inserita nel gruppo
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